giovedì, aprile 24, 2008

Gli indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Antonio Gramsci 11 febbraio 1917


Questo post è dedicato a veltroni e al suo progetto perdente.
Per la cronaca Antonio Gramsci era ed è morto Comunista.

sabato, aprile 12, 2008

E giunse il momento (adoro scrivere in versi fa figo)

Ho sempre rinviato questo momento.
Ho sempre cercato di non pensare a queste stramaledette elezioni.

Astensionismo pensavo....quando ci pensavo.

Era un modo per non pensarci, un modo per far calare una coltre di nebbia sulla campagna elettorale che sapevo di non reggere.

Astensionismo pensavo...quando ci pensavo.

Poi ...Venezia... o meglio... mi trovavo a Venezia in questi giorni.

Pioveva ovunque , pioveva fuori e pioveva dentro...dentro di me.

Venezia è una città piuttosto triste nella sua decadenza continuamente ostentata.
Una decadenza forzata tra ombre di tristezza ricercata , tra le calli ed i canali umidi e puzzolenti su cui scorrono vaporetti inquinanti e gondole playmobil con improbabili gondolieri che cantano a squaciagola "torna a surriento" per improbabili romantici turisti americani o giapponesi o per altrettanto improbabili tristi coppiette in viaggio di nozze (quanto dureranno?) tra i palazzi testimoni di una gloria che fu.

Figuriamoci quando piove....ogni cosa si rimarca come tracciata da un umido evidenziatore.

Questa è una città vecchia e finta , questo è un paese vecchio e finto pensavo mentre sentivo vibrare il mio cellulare.
Era il messaggio di un amica : " ma tu chi diavolo voti? ho provato a non pensarci ma ora mi trovo costretta a farlo"

Allora percorrendo il canal grande , ho smesso di pensare a quella canzone di Aznavour su quanto sia triste venezia dopo la prima notte di amore ed ho capito che purtroppo era giunto il momento di pensarci.

Chi diavolo voto?

Astensionismo pensavo...quando ci pensavo ma ora che continuo a pensare mi rendo conto che non riesco ad astenermi .
Il mio DNA non me lo permette.

Chi diavolo voto se voto ?
Certo è un gran problema.
Per me mancano le coordinate di scelta.
Sono passati 4 anni dal cambiamento, ci hanno promesso mari e monti ma qui è calma piatta , non si cammina e se gli altri camminano significa che pur restando fermi andiamo indietro. Questi signori che sembrano capire tutto e promettere tutto si comportano come SEMIDEI cioè peggio degli dei....Veltroni promette cazzate a cui non crede nemmeno lui tipo salari e pensioni più alte come il suo avversario liftato che vuole togliere il bollo auto , Boselli dichiara che Cristo era Socialista, la sinistra arcobaleno è intrappolata in un meccanismo vetero-ideologico che la sta autodistruggendo, Totti parla bene der piacione, e Veltroni e il banana se lo contendono ar pupone e il camerata della garbatella gasparri dice che totti porta sfiga,in tutto questo la sinistra critica completamente avvolta nella follìa pensa che esistano una buona dose di trotzkisty in grado di fare la rivoluzione,Bossi dice che prenderanno le armi per la rivoluzione padana, AIUTOOOOOOO : PDI=”establishment politico-amministrativo destinato a rimanere al governo a prescindere, facendo alleanze secondo convenienza”,PDL=”establishment politico-amministrativo destinato a rimanere al governo a prescindere, facendo alleanze secondo convenienza” Ergo: PDI=PDL AIUTOOOOOOOOOOOO AAAAAHHHHH

Chi diavolo voto???????

Il rischio è la rinascita del “centro”, cioè di un establishment politico-amministrativo destinato a rimanere al governo a prescindere, facendo alleanze secondo convenienza AIUTOOOOOOOOOOOOOOOO
E’ il grande sogno di Casini, della CEI, di Mastella, con una “classe di governo” di fatto disgiunta dal mandato popolare.

Questo è un paese vecchio ...tremendamente vecchio...una vera iattura sarebbe una prima repubblica bis......AIUTOOOOOOO
Altoparlante Stazione Santa Lucia : Il treno per Milano parte dal binario tre...salgo sul treno per Milano , sul treno è un vero bombardamento di cellulari che suonano per cose inutili ..”Che fai? Che dici? Dove vai?….” ma il telefono non serve solo per comunicazioni urgenti?!!! vibra anche il mio cellulare .....è ancora l'amica mia "Allora? chi diavolo voti?"

Prendo il cellulare e scrivo la risposta :

Non lo so chi voto
non so neanche se vado a votare
boh! alla fine forse ci vado a votare
lo so che avevo detto che non sarei andato
ma ho l’impressione che se non andassi
mi sentirei davvero uno straniero nel mio paese
cioè alla fine se vado a votare
lo faccio per me stesso

PS : adoro scrivere in versi... fa figo

Mi è sembrata l'unica risposta sensata in questo delirio.